Everyone is doing great (Hulu) è quel particolare tipo di prodotto che, senza ambire a strabiliare, punta a fidelizzare gli spettatori favorendo un legame affettivo tra loro e i personaggi, e in questo la serie centra perfettamente l’obiettivo. 

I protagonisti, James Lafferty e Stephen Colletti, sono entrambi conosciuti soprattutto per il teen drama One Tree Hill. I due amici e colleghi da anni desideravano tornare a lavorare insieme e, dopo il buon successo della serie a cui devono se non la fama, quanto meno la riconoscibilità, hanno pensato di prendere spunto dalla loro esperienza di attori per realizzare il progetto giusto per loro.

Everyone is doing great è infatti la storia di due attori che per cinque stagioni televisive hanno conosciuto la fama grazie al vampire teen drama Ethernal, una vistosa e ironica strizzata d’occhio a The Vampire Diaries. Lo show che li ha resi noti, però, è terminato da cinque anni e loro, nel frattempo, non sono riusciti a trovare spazio in un’altra hit di successo. Mentre però Seth (Colletti), alla fine, è sceso a patti con la realtà cercando di rientrare in pista anche attraverso casting mortificanti, e accettando ruoli in cui il suo personaggio muore a pagina diciotto, il migliore amico ed ex collega è ancora legato agli antichi fasti. Jeremy (Lafferty) continua a vivere nel ricordo dei giorni della fama e il suo desiderio più grande è un revival di Ethernal. A complicare il quadro, una vita sentimentale che vede i due ancora legati a ex che invece hanno saggiamente voltato pagina e ripreso in mano la loro vita.

everyone is doing great

La Los Angeles in cui si muovono i due è una città a prevalenza bianca, salutista e popolata di thirty something che interagiscono tra loro attraverso il filtro dei social, Instagram in particolare, e tutti sono alla ricerca, sentita ma non spasmodica, del proprio posto nel mondo. Ecco, il fatto che la corsa per tornare, o essere per la prima volta, rilevanti sia mostrata come il processo che potrebbe attraversare qualsiasi altro professionista, anche di un settore diverso dallo showbizz, è un elemento che contribuisce a far interessare alla vita dei due protagonisti. L’industria dell’intrattenimento non è mostrata né come un crudele luogo di perdizione, né come la favola hollywoodiana che tutti ambiscono a vivere. Seth e Jeremy sono sostanzialmente due disoccupati che cercano lavoro, colloquio dopo colloquio, affrontando rifiuti e frustrazioni, esattamente come può essere capitato a chiunque di noi o dei nostri amici.

Il rapporto che li lega suscita immediata simpatia sia per l’affetto che li unisce – ed è rigenerante vedere rappresentata un’amicizia maschile tenera, priva di testosterone e strisciante rivalità – sia per le buffe situazioni che nascono dalla diversità di carattere. Seth è più centrato e pragmatico, Jeremy è quello che viene definito un “adorable fuckup“, ovvero un coniglione a cui è facile voler bene, ma che non solo non sa gestire la propria vita al di fuori della giornata corrente, ma che rischia di trascinare nella sua inconcludenza proprio chi cerca di aiutarlo.

Everyone is doing fine è una precisa illustrazione di quanto nel quotidiano si cerchi di dissimulare, di vendersi con un’immagine di persona realizzata, salvo poi dover fare i conti con una realtà che non si lascia relegare nello scantinato, ma che anzi mette di fronte a mancanze e fragilità anche nei momenti più impensabili. La serie è in definitiva un buffo e interessante coming of age per adulti a cui vale assolutamente la pena dare una chance.



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Mara Ricci

Serie tv, Joss Whedon, Jane Austen, Sherlock Holmes, Carl Sagan, BBC: unite i puntini e avrete la mia bio. Autore e redattore per Serialmente, per tenermi in esercizio ho dedicato un blog a The Good Wife.

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